Il Carpino Nero (Ostrya carpinifolia)
E’ una specie originaria dell’area mediterranea, spontanea in Italia, nella regione Danubiana e Balcanica, in Asia occidentale, in Cina e in Giappone. Largamente diffusa nel nostro territorio, cresce bene anche in sardegna e Sicilia, da circa 200 m fino a 1500 m s.l.m. Cresce nei luoghi boschivi con Quercus e Castanea e in pianura nelle regioni di Olea.
La denominazione specifica carpinifolia sottolinea la somiglianza delle foglie con quelle del Carpinus.
Alta fino a 15-20 metri, ha tronco diritto e regolare, chioma ovale e raccolta, scorza prima liscia poi bruno-rossastra. Le foglie sono caduche, semplici, alterne, con picciolo, ovato-acuminate, con denti doppi e acuti al margine, venature ramificate, di colore verde scuro nella pagine superiore, più chiaro in quella inferiore. La sua vita media si aggira intorno ai 100 anni. E’ una specie molto simile al carpino, è particolarmente bella in autunno quando porta i frutti, che sono nucule piccole, compresse, grigiastre, in grandi involucri membranosi che formano coni ovoidi, molto simili a delle belle lanterne bianche.
E’ una specie termofila, eliofila, che si localizza in vari versanti a seconda dell’altitudine; a quote basse è presente in prevalenza nei versanti di Nord-Nord Est più umidi e freschi, mentre a quote superiori a 700 m a Sud-Sud Ovest. E’ una specie rustica capace di sopportare lunghi periodi di siccità. In vivaio si micorriza bene in quanto sono molto numerose le radichette secondarie. Grazie alla sua rapida crescita molto spesso entra in produzione già dal suo quinto anno di età. Per l’adattabilità a varie situazioni pedologiche e climatiche e per la sua capacità di contrarre la simbiosi micorrizica, il Carpino nero è una pianta di sicura importanza nella tartuficoltura.